È in uscita

È in uscita "Memoria e desiderio", il romanzo della poetessa nigeriana Jumoke Verissimo

06.04.2021


Esce l’8 aprile Memoria e Desiderio (traduzione Gioia Guerzoni, prefazione Alessandra Di Maio) il romanzo di esordio di Jumoke Verissimo, penna di punta della letteratura nigeriana contemporanea, una delle più importanti poetesse africane contemporanee.

LEGGI L'ESTRATTO

"Da quando era tornato dalla prigione, il professore teneva le luci spente. Si lavava, puliva, mangiava e si addormentava nel buio che invadeva ogni stanza. Quando non doveva cucinare o pulire, se ne stava seduto in poltrona a recitare brani di libri che aveva memorizzato. Si preparava da mangiare su una vecchia stufa a cherosene e persino le fiammelle rosse e gialle che saltellavano lambendo i fianchi della pentola gli facevano bruciare gli occhi. La sua casa non era sempre nera come la fuliggine, perché di
notte la luce fioca di un lampione in strada entrava dall’unica finestra in soggiorno e si posava sul bracciolo della poltrona davanti alla sua. E questo lo irritava. Durante il giorno, le pesanti tende
che sua madre aveva messo alle finestre avvolgevano la stanza in ombre dense, ma non riuscivano a impedire del tutto l’intrusione del sole. La piccola fessura tra le tende permetteva a un sottile fascio di luce di cadere sul pavimento del soggiorno. Prof cercava di impedirlo, ma quando avvicinava le tende si riaprivano sempre un poco, invitando le ombre a occupare nuovi spazi. Era buio, ma mai buio abbastanza. Ben presto si era stancato. Aveva spostato l’attenzione sulle ombre che si formavano accanto ai mobili, e vagava come un cieco che percepisce quando qualcosa non è al posto giusto.
Aveva riacquisito familiarità con la sua casa. Entrava e usciva dalle stanze, leggero come un foglio sollevato dal vento. A volte sfiorava un oggetto, registrava mentalmente la sua posizione e contava i passi avanti e indietro per non inciamparci, dopo di che proseguiva come se non fosse successo niente. Aggirandosi per le stanze immaginava una morte terribile per i suoi nemici ‒ quelli che l’avevano fatto finire in prigione ‒, oppure pensava a come sarebbe sopravvissuto da esule in un paese straniero. Nelle serate in cui l’angoscia lo opprimeva, sfidava la luce dei lampioni in strada e faceva una lunga passeggiata nella Jakande Estate ad Abesan. Era durante quelle uscite che comprava il cherosene e il cibo di cui aveva bisogno. Prendeva la tanica da quattro litri vuota, si faceva coraggio ripetendo i nomi dell’oriki, il suo canto natale e poi usciva con un bastone fatto con una barra di ferro arrugginita che una volta si usava per appendere le tende. Si incamminava, coperto dalla testa ai piedi come una donna in burqa, e cercava di cogliere brandelli di conversazioni nel frastuono di voci, clacson, capre belanti che vagavano per le strade e musica delle bancarelle che vendevano cd e dvd. Prof si fermò davanti a uno dei chioschi ricoperti di manifesti per la campagna elettorale appena conclusa, che aveva visto il presidente Obasanjo rieletto per un secondo mandato. Il manifesto che attirò la sua attenzione era strappato, e rimanevano solo il viso scarno di Muhammadu Buhari, il nome di Chuba
Okadigbo, candidato del partito All Nigeria Peoples, e le parole: Non faremo... è una promessa.
Prof si chiese quali fossero le parole mancanti. Dopo quasi dieci anni di assenza, si ritrovava con due militari ex capi di stato candidati per la presidenza. Cercò di scacciare il pensiero della politica in Nigeria, invano."

Jumoke Verissimo, Memoria e desiderio

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